Non sempre il sapere si coniuga con l’intelligenza Lettera aperta dell’on. Francesco Nucara al vice-ministro Martone Esimio Vice-Ministro Martone (figlio dell’avvocato generale della Cassazione Antonio Martone), sono un signore di 71 anni che si è laureato a 28 anni e 7 mesi alla Sapienza di Roma. Mio padre era figlio di un contadino e aveva cominciato a lavorare a 8 anni. Era per sua "fortuna" un salariato fisso, andato in pensione all’inizio degli anni ‘50 con un emolumento di lire 11.800 al mese, compresi moglie e due figli a carico. Il suo, di padre, probabilmente questi problemi non li ha mai avuti e ciò Le ha consentito di vivere agiatamente, tra conoscenze di gran livello e opportunità misconosciute ai più. E’ certo che i Suoi meriti e la Sua brillante carriera siano esclusivamente Suoi? O forse per la maggior parte sono dovuti all’ambiente in cui è vissuto? Tanto per smentire la Sua infelice opinione sui ventottenni non ancora laureati, La informo che, presso una facoltà di medicina dell’Università di Roma, lavora un giovane brillante ricercatore, figlio di contadino, nato a Nardodipace, il paesino più povero della Calabria. Si è laureato per tempo, dunque non dovrebbe essere uno sfigato! In questo caso lo sfigato sarebbe Lei, caro Vice-Ministro del caro governo Monti, che tra i suoi componenti tiene gente sguaiata e insensibile come Lei. I suoi figli, se ne ha, li mandi a vivere a casa di qualche contadino di Nardodipace, così possiamo sapere di che pasta è fatta la loro capacità. Caro sig. Vice-Ministro, tra professori vi intendete, ma per amministrare un Paese bisogna conoscere i problemi del popolo (che certamente non sono i Suoi) e non pensare che lo si possa regolamentare alla stregua di un condominio. Personalmente, ho cominciato a lavorare ad anni 10 e ho studiato e lavorato tutta la vita, raggiungendo traguardi per me, certo non per Lei, impensabili. Ma anche uno sfigato come me ha ricoperto la carica di Vice-Ministro e da dieci anni occupo la sedia di Segretario del PRI e divoro ancora con passione gli scritti di Mazzini e Cattaneo. Lo faccia pure Lei e vedrà che anche i non sfigati possono riflettere saggiamente sui problemi del popolo che sono chiamati a governare. Mi creda, Francesco Nucara |